Enigma
- Andrea Trofino
- 13 giu 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Sei davvero un enigma.
Non è obbligatorio risolverlo. Non arrabbiarti se mi sono arrabbiato perché ti sei arrabbiata e non mi hai chiesto mai scusa. Io mi sono sempre inginocchiato alle tue gambe, sì proprio alle tue gambe, in ginocchio davanti alle tue ginocchia. Ti ho messa su un piedistallo, lo ammetto ma tu non vuoi crederci, anzi, non ti interessa. Non mi vuoi ai tuoi piedi o meglio dovrei scrivere che non mi vuoi tra i tuoi piedi, eppure mi tratti come se io fossi un tuo schiavo. Io sono libero. Non posso sentirmi con un piede in testa. Piedi. Quanti piedi ovunque. Eppure sono proprio i tuoi splendidi piedi mentre cammini scalza che possono far cambiare l’idea ad un uomo arrabbiato, basta che torni a sorridere, camminando e guardandomi negli occhi facendo finta che nulla sia accaduto. Sono stanco. Volevo parlarti, volevo comunicare. Tu invece mi hai scritto che preferivi leggere. Non mi ascolti mai. A volte ho pensato che tu sapessi che io fossi in grado di capirti, che di te non giudico assolutamente nulla, assolutamente nulla di quello che fai, perché per me tu sei pura essenza, ed io amo l’essenza di te come quella di tutte le cose che rendono bello il mondo intero, è la tua persona intera che io amo. Potresti far del male a qualcuno ed io continuerei ad amarti, continui a farmi del male ed io continuo ad amarti lo stesso. Questo volevo dirti ieri: che mi sono innamorato alla follia di te. Mentre tu rimani in silenzio a farmi aspettare ore definendole come attimi. Tu non ci crederai ma io ti amo per il solo fatto che tu esista al mondo. Ti vedo ovunque e in ogni cosa eppure sei così diversa da ogni cosa ogni volta che ti vedo e ti penso. Non credo che qualcun altro potrebbe amare così intensamente e così a lungo senza morire. Ed infatti quando è il mio corpo che ti chiama, quando è il mio corpo che inizia a gridare il tuo nome e a desiderarti, il desiderio si fa carne e la rabbia sale perché sente la tua mancanza M.
Attraverso il tuo giardino. Ti sei creata un piccolo giardino dove vivi tu con gli angeli ed io non vi posso entrare. Sono rari gli attimi in cui mi permetti di farlo. Vorrei entrare nel tuo mondo all’interno di te per sempre. Non sapevo come chiederti scusa perché io scusa già te l’ho chiesto, non sapevo come chiederti scusa perché credo che il mio corpo senta il bisogno delle tue scuse che si riversino su di esso quando sento impellente il desiderio di averti e tu invece non ci sei mai. Non ci sei mai per me. Mai.
L’amore che provo per te non è per sempre, l’amore che provo per te è per mai, in nessun luogo e in ogni lembo di pelle, in nessun punto del tempo. E’ oltre. Oltre.
“Non sai di quante allusioni a te è pieno il mondo.”
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