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- Andrea Trofino
- 10 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Qualche volta avevo creduto nell’amore come arricchimento, esaltazione delle potenze interiori. Un giorno mi accorsi che i miei amori non erano puri perché presupponevano una speranza e invece il vero amante ama senza sperare niente se non l’amore, accettando ciecamente che il giorno si faccia più turchino e la notte più tenera e l’autobus che mi porta da te più più comodo. Le amanti finiscono per diventare delle amiche, delle complici in una speciale contemplazione della sostanza. Le donne cominciano con l’adorarmi, per ammirarmi, poi qualcosa fa sospettare loro il vuoto e si tirano indietro e io ne facilito la fuga, apro la porta affinché vadano altrove. In un paio di occasioni ho dato l’illusione di farmi capire, ma la mia pietà non è mai stata autentica, piuttosto un espediente dozzinale del’egoismo e dell’abitudine.
Ho paura delle passioni senza una ragione delle acque profonde, ti amo perché non sei mai pienamente mia, non ti amo per te o per me e neppure per tutti e due insieme, non ti amo perché mi ribolle il sangue perché nel più profondo possesso non sei mai in me, non ti raggiungo, non vado oltre il tuo corpo, il tuo sorriso, ci sono ore in cui tu sei il mio tormento (come ti piace usare il verbo amare che lasci cadere sulle lenzuola come un cencio), mi tormenti perché non mi servi da ponte perché un ponte non si regge da un solo lato e forse prima o poi qualcuno costruirà un ponte che poggi da una parte sola. non guardarmi con quegli occhi da uccellino, per te l’operazione dell’amore è semplice come un calcolo, una somma in cui uno più uno fa due. Dopo di me ci sarà un altro, un altro chiunque, sono cose che si cambiano come i calzini bucati. E’ triste sentire che le persone vogliono un amore passaporto, un amore che si salta, un amore chiave che apre, un amore revolver che spara cuoricini e uccide, un amore che faccia smuovere anche il silenzio nel quale anche la musica diventa possibile, la radice con la quale si possa iniziare a dipingere un nuovo linguaggio. Mi offri la mela del peccato ed io a volte mi dimentico la dentiera sul comodino.
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