Diari
- Andrea Trofino
- 30 ago 2008
- Tempo di lettura: 2 min
Genova
Oggi ho risentito una di quelle tante voci che mi promettevano amore stando zitte zitte, una voce nuova, una voce di nuovo allegra, avrei voluto rispondere a quella voce ma è stato solo un caso e il caso non mi ha dato coraggio. Chissà se lei ricorda. Era stata sempre e solo una voce. Girava una voce che diceva che lei mi amava. Sì, voci. Ormai lontane.
Roma
Tutto nacque da un incidente, una storia d’amore nata davanti proprio a casa sua, con la macchina, dritto dritto proprio in casa sua. Fu lei che scese e mi tirò fuori. Una manina di un angelo mi tirò fuori da quella che da lì a poco tempo sarebbe diventata un falò. E prima che i carabinieri mi portassero via, le chiesi il numero di telefono. Il giorno dopo fui sui giornali locali e avevo un nuovo amore che durò sette anni di sfortuna. Tutto si doveva rompere in quella macchina, tranne lo specchietto.
Savona
L’altra era stata una storia di carta, fatta di milioni di lettere, finita in sms, qualche carattere stampato a schermo su e-mail. Stranamente finì al contrario. Quando nacque l’amore poi lei sparì per sempre. Non l’ho mai incontrata. Avrò in soffitta uno scatolone pieno delle sue lettere. E tre suoi regali.
Pescara-Milano-Chambèry
All’università lei era alta, bella, castana con i capelli lunghissimi, una modella, non a caso forse il suo nome ne ricordava uno. La mattina entravo in camera sua per sentire l’acqua della doccia che scivolava sulla sua pelle. Poi partivamo insieme per andare a lezione. Era divina. La sera la chiamavo al telefono, a mezzanotte mi veniva a svegliare in camera. Finita la scuola mi chiese un bacio dopo averla riportata a casa, io glielo diedi sulla guancia. La storia finì. Adesso è lontana.
Sassari
Per sempre…
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