Deserto
- Andrea Trofino
- 5 ott 2013
- Tempo di lettura: 2 min
Sto attraversando il deserto. Ho scelto questa strada che nessuno mi ha indicato perché so che la vera meta non è nessuna meta, non esiste nessun punto di arrivo e nessuno di ritorno. Devo camminare in mezzo alla sabbia colpito nel volto dalle zaffate di granelli portate dal vento che mi fanno stringere gli occhi e con il sole e la luce rosso dorata ho l’impressione di vederci poco chiaro ma in realtà la mia vista si sta ampliando. I granelli di sabbia sono i pensieri degli altri che sto abbandonando, mi confondono la via, ma pian piano il deserto scomparirà e potrò vedere soltanto con i miei occhi senza il condizionamento esterno del vento dei pensieri degli altri. Non so cosa vedrò, nessuno può saperlo, ma so che nell’attimo in cui potrò ripararmi all’ombra della prima roccia che incontrerò sarò un uomo forte come essa e il giudizio non mi sfiorerà neanche lungo la schiena voltando le spalle agli occhi indiscreti di chi osserva e vuole giudicare. Il coltello alle spalle è già stato conficcato troppe volte, la schiena ormai è protetta, è forte come il guscio di una tartaruga e non può essere più pugnalata. Quando avrò raggiunto l’ombra, lungo questo percorso da piccolo ribelle, sarò libero di desiderare, anzi di più, di volere ed ottenere ciò per cui sono nato con il mio stesso nome. Il mio nome sa chi sono e cosa sarò. Il mio corpo verrà soddisfatto e i miei bisogni verranno saziati. Sto camminando per questo lungo la dorsale pericolosa per dimenticare per sempre ciò che gli altri pensano e la strada non è priva di calamità. Io sarò leggenda.
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