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Corde delicate

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 15 nov 2010
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono giunto a toccare corde delicate che scendono dal cielo, corde che come piume svolazzano da un lato e l’altro, come se fossero le corde delicate di un’altalena su un bellissimo prato. Altalenandomi su queste corde delicate avrei voluto sfiorare le tue corde vocali, non per strozzarti amore, ma per accarezzarti piano il collo con le mie dita, toccare le tue di corde delicate, sfiorarti piano fino a scendere sul piano forte che è dietro la tua schiena e lì, toccare le corde, le altre corde che fanno suonare il pianoforte. Se ti amo è perché quando ti tocco sai trasmettere musica, se ti amo è perché quando ci accarezziamo siamo una melodia perfetta. Ma lo so amore, e lo sai anche tu, a volte le corde si spezzano e cadiamo per terra, tutto non è mai per sempre, le corde sono delicate, possono scordarci di noi e slegandoci lasciarci andare. Dobbiamo saper stringere queste corde delicate intorno a noi, fino a farci male, perché lo sai, l’amore è la passione più sadica che esista, ci dobbiamo incatenare con queste corde al muro e resistere finché possiamo, finché nessun altro venga a tagliarci e a reciderci, come alberi dobbiamo restare fermi e decisi contro ogni intemperia. Ma quando gli eventi e i venti spezzeranno quelle corde dovremo renderci conto di poterci liberare, l’uno da una parte e l’uno dall’altra, ci slegheremo da quelle corde delicate e dalla prigionia bellissima dell’amore saremo di nuovo liberi per poter amare, forse, ancora una volta. Ho i polsi che sanguinano tesoro mio, queste corde delicate hanno un’aspetto che ci può ingannare, a volte diventano le manettine dell’amore, a volte diventano strumenti di tortura e ci ritroviamo con ferite che non sappiamo neanche quando ce le siamo fatte. Questa passione ci stringe e ci costringe, a volte ci rilascia, è il nostro carcere e il nostro carceriere e allo stesso tempo il nostro angelo che non vuole vederci dividere. Ma l’amore dev’essere senza catene, e sai una cosa, solo se ti muovi puoi sentirle, se resti fermo non ti accorgerai del fatto che in realtà pur sempre di una prigionia si tratta. Ma io lo voglio senza catene, un amore senza catene. Mi lascio adesso andare sulle corde sottili, sulla tua pelle mi lascio andare, scivolo piano, è l’unico istante in cui produciamo melodia. Io le dita, tu il mio strumento di piacere.

 
 
 

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