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Circondato

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 8 ott 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

La notte sono uscito in cerca di pace tra i pochi lampioni restanti nel casato, tra gli alberi ricoperti di muffa per via dell’eccessiva umidità che ormai da anni ricopriva la collina e tra i vari versi quasi inudibili dei pipistrelli che svolazzavano come impazziti tra i raggi di poca luce filtrati dal cielo della luna e da quella nelle strade. Radar impazziti, aerei che vanno a sbattere ovunque. Ma abituato ormai alle strade vuote e alla compagnia solo di queste creature e di poveri gatti randagi miagolanti e sofferenti anch’essi mi sono diretto vicino la piazza della Chiesa per cercare un po’ di pace nella sordità assoluta della cittadina ormai perduta per sempre di Nannitaria. Arrivato al cancello d’entrata della piazza come in uno affiato di malessere mi sono buttato in ginocchio davanti al portone che conduceva alla cappella e ho avuto un grosso affanno che mi prendeva il cuore. Mi sono portato una mano al petto e mi sono rialzato con fatica. Ero completamente solo eppure avevo come la sensazione di essere circondato da fantasmi maligni che volevano la mia morte, che giudicavano i miei pensieri, che cercavano il punto debole per potermi infliggere il colpo finale. Tornai subito a casa con il terrore nell’anima e mi misi a scrivere senza perdere un attimo sul mio diario. L’unica spiegazione che seppi dare è che quelle presenze erano i pensieri dei pochi abitanti rimasti, giudicanti e mortificatori. La gente del paese vuole vedere morti tutti gli altri, meno ne restano , più ne vedono impazzire e più godono. Molti muoiono prima di morire. Molti sono già morti e vagano sperduti senza più l’anima rapita dalla gente che odia e giudica. Un unico modo mi resta per non morire anch’io prima del tempo ed è la fuga. Lo ripeterò finché non troverò un modo. Uno strepitio avvertii più tardi mentre cercavo di coricarmi. Senti uno strano rumore dietro la finestra, mi alzai per controllare: c’era un pipistrello annaspante che aveva una forma macabra e oscena, ricordava il copro di un uomo con le ali. La bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue. L’epidemia si stava allargando rapidamente.

 
 
 

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