Cercasi oro che luccica
- Andrea Trofino
- 30 dic 2011
- Tempo di lettura: 2 min
Quello che luccica non è mai vero oro, adesso mi metto dunque alla ricerca di vero oro che luccica, di quello che può a volte scorrere nei mari pur non essendo un film: un luccio di mare. A volte camminano sui marciapiedi e brillano di luce propria ma a volte anche di luce riflessa: le lucciole. Cerco la luce, cerco vero oro che luccica, come il dentista cercherebbe l’antica arcata perduta, finita in gola a qualche suo paziente morto poi soffocato. Serial killer da quattro soldi bucati come i denti. Cerco dunque l’impossibile e dunque sono. Oppure non sono. Oppure ho semplicemente sonno e dunque non sogno perché ho la fase R.E.M. che si è sciolta lasciandomi single a cantare invece di dormire.
E’ un po’ come quella canzone famosa di Heather Parisi. Le Cicale, quando la formica non ci cale mica.
Lo ammetto: sono un reperto archeologico degli anni ’80. Sto perdendo lo smalto (si spera non quello dei denti), l’argento vivo addosso inizia a dare segni di ruggine e non ruggisco più come un leone ma al massimo faccio le fusa, quelle orarie, miagolo mentre non dormo, provo a fare piccoli grugniti inascoltati.
E’ ora che ti sposi e ti trovi una fanciulla (è la vocina che mi parla dentro, ma al contrario). Mi sposo da solo e poi mi trovo la ragazza. Facile no? E poi è più semplice.
Peccato che abbia poco tempo, avrei potuto raccontarvi molto di più oggi. Sono in vena. Ma è sempre tempo di andare e non si capisce neanche dove debba andare eppure devo farlo. Che vita.
Che fianchi.
Che seno.
Credo di aver capito qual è l’oro che luccica davvero.
Ma la formica, non ci cale mica.



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