Amore all’ultimo respiro
- Andrea Trofino
- 15 mar 2014
- Tempo di lettura: 1 min
Vado nei cimiteri per incontrare delle donne. Vado ai funerali per poter vedere delle giovani ragazze che si accorgano di me. E’ rimasto l’unico modo per poterne conoscere qualcuna: andare ai funerali. Nella piccola cittadina dove abito ci sono almeno tre funerali a settimana ed ogni volta che ne accade uno è festa grande, la gente esce fuori finalmente a respirare un po’ di aria fresca portata dalla brezza della primavera, le menti si risvegliano assieme ai fiori assopiti dal tardo inverno gelato, i cuori si scaldano, il sangue ricomincia a scorrere nelle vene e riporta in vita coloro che si erano trincerati all’interno dei loro angoli arredati all’Ikea. Nessuno esce più di casa senza un funerale. Ogni giorno è festa anche sui Social Network: ogni divo morto all’improvviso è un modo perfetto per comunicare, per rompere il ghiaccio, per “ammazzarsi” dalle risate leggendo la loro vita su Wikipedia. Io esco solo ai funerali. Sono rimasto solo e sono quasi ai quaranta. Indosso la mia giacca di pelle nera e i miei occhiali scuri, mi guardo allo specchio: “Che fico!”. Sono pronto. Devo recarmi alla Chiesa, lanciare sguardi dolci alle ragazze che si affrettano già a mettersi in fila, come delle modelle, per il corteo funebre. Le guardo tutte. cerco quella più interessante o eccitante. E’ difficile poter scegliere, davvero difficile.
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