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16 Agosto 2016

  • Immagine del redattore: Andrea Trofino
    Andrea Trofino
  • 16 ago 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Non posso più continuare a scriverti, avevi la scadenza sulla fronte e adesso stai andando a male. Aspetto una tua missiva che guarda caso la parola missiva ricorda forse non per caso la parola inglese “miss” che vuol dire “mancare”. Mi manchi ma sei anche una Miss. Ormai sei anche una signora. Oggi non sento di avere l’argento vivo addosso, sento più il bronzo o la ruggine sulla pelle. Qual è il problema tra me e te? Cosa ci sta dividendo in tutti questi mesi che non ci siamo più visti? Ci siamo persi di vista, ho perso gli occhi per te, tu che eri la luce dei miei, adesso c’è solo ombra in questi giorni dove tutto si porta a termine, tutto si conclude. C’è stata una festa ieri. Ho fatto finta di partecipare ma ero assente come un bambino lo è da scuola. La mia mente era da te, il resto del corpo non lo percepivo neanche. Sentivo i tuoi percorsi dei pensieri, percepivo le tue sinapsi, ero dentro di te come un virus entrato dalla back door dietro i tuoi occhi. Conosco ogni minimo sogno di te e so che non hai mai incubi. Io tutte le notti perché non ci sei mai.

 
 
 

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